sabato 23 gennaio 2016

Il Linguaggio del Corpo

L'Importanza del Linguaggio del Corpo

"Il corpo ed il movimento sono le dimensioni esperienziali alla base delle prime forme e funzioni della vita psichica.
Si costituiscono dei nuclei rudimentali di percezione di sé che guidano il bambino ad agire alla ricerca del soddisfacimento dei suoi bisogni; concorrono all'attivazione e alla formazione dei circuiti nervosi sempre più complessi che rendono efficace e funzionale l'azione stessa.
Lo sviluppo del movimento e della vita psichica sono intimamente legati e si condizionano a vicenda. [...]
La questione che dobbiamo porci come educatori e terapeuti che si occupano dello sviluppo del bambino è di verificare se il nostro linguaggio non verbale sia adeguato alle sue esigenze ed ai suoi bisogni.
Infatti appare fondamentale che coloro che hanno la responsabilità dello sviluppo del bambino abbiano un'adeguata consapevolezza e preparazione alla comunicazione e alla relazione attraverso il corpo.".
 
Il gioco psicomotorio. Psicomotricità psicodinamica; M. Vecchiato; Armando Editore

Effettivamente il linguaggio del corpo è uno dei modi di comunicare più efficaci di cui fa uso l'uomo.
Nonostante la maggior parte delle volte sia usato involontariamente, questo modo di comunicare suscita necessariamente negli interlocutori delle reazioni.
Se questo vale per gli adulti, proviamo ad immaginare cosa significa per i bambini che trovano nel linguaggio del corpo forse l'unico, o quasi, metodo di comunicazione nei primi anni.
A mio avviso quello che un'educatore ha il dovere di fare è rendere gli anni al nido più piacevoli possibile, in modo che il bambino abbia un ingresso nel mondo che sia il meno traumatico possibile e deve inoltre essere in grado di soddisfare tutti i bisogni del bambino per potergli consentire di sviluppare al meglio tutte le sue potenzialità.

lunedì 18 gennaio 2016

La Teoria Stadiale

Piaget

Il principio generale che regola ogni essere vivente è il principio di adattamento all'ambiente attraverso l'assimilazione e l'accomodamento.
Perfino gli organismi monocellulari modificano la propria struttura adattandosi all'ambiente (oggi si parla di modellizzazione cerebrale).
Dall'osservazione sperimentale dell'adattamento per la specie umana, Piaget ricava un modello di sviluppo stadiale, cioè per stadi o periodi evolutivi.
Per comprendere la teoria stadiale bisogna immaginarsi una diversa competenza cognitiva in senso quantitativo e qualitativo: le differenze quantitative riguardano lo stesso stadio evolutivo (i gradini di una rampa), mentre le differenze qualitative riguardano le differenze maturazionali tra uno stadio e l'altro (le diverse rampe di una scala).
Oggi la cultura di Piaget resta fondamentale, ma le ricerche parlano di finestre evolutive con caratteristiche universali e individuali per ciascun dominio di sviluppo.
Questo modello stadiale, applicato allo sviluppo motorio dei bambini nella prima infanzia, indica che nonostante bambini di una stessa età non abbiano le stesse competenze (sono su diversi scalini di una scala), quando arriverà il momento di passare allo stadio successivo saranno tutti sullo stesso livello e cominceranno insieme una nuova rampa.

E' il caso di due bambini che frequentavano l'asilo nido dove ho svolto il tirocinio.
V. è nato a luglio del 2014 e P. è nato a settembre dello stesso anno. Quando io ho cominciato il tirocinio avevano rispettivamente 9 e 7 mesi.
V. non aveva ancora cominciato a gattonare, mentre P. era già in grado di tarsi su in piedi appoggiato ad un sostegno. Il mese successivo, a dieci mesi, V. ha cominciato a gattonare mentre P. a otto aveva già fatto i primi passi autonomamente.
Questa differenza quantitativa però si è fermata quando V. a tredici mesi ha cominciato a camminare, mentre P. non aveva sviluppato nuove competenze. Quindi, come scritto sopra, il prossimo stadio evolutivo lo cominceranno insieme e con le stesse competenze.

sabato 16 gennaio 2016

Lo Sviluppo Motorio

Da Uno a Tre Anni

Nel periodo che va dai dodici ai diciotto mesi il bambino comincia a sviluppare una più specifica coordinazione tra gli arti superiori e quelli inferiori, questo gli consente per esempio di fare le scale a carponi.
Tra i diciotto e i ventiquattro mesi la maggiore sicurezza che ha acquisito nel camminare gli consente di iniziare a correre, il maggiore sviluppo nell'equilibrio gli consente di accovacciarsi e di rialzarsi senza usare le mani e comincia a fare i primi salti (a piedi uniti).
Nell'arco dell'anno successivo, tra i ventiquattro e i trentasei mesi, lo sviluppo motorio del bambino riguarda principalmente la postura e i movimenti grosso-motori (braccia e gambe). In questi mesi infatti comincia a salire su una sedia tirandosi su con le braccia, cammina in punta di piedi ed è in grado di eseguire percorsi motori proposti dall'educatrice.
Negli anni successivi, in particolare dai tre ai sei anni, il camminare diventa del tutto automatico, riesce a saltare ostacoli (se molto bassi), inizia a camminare all'indietro e comincia a stare in equilibrio su una gamba sola.

Durante il tirocinio, svolto presso un asilo nido, ho avuto modo di vedere i cambiamenti che avvengono in un bambino quando acquisisce nuove capacità motorie.
I bambini dei divezzi (gruppo dei grandi) era solito salire in piedi sulle seggioline del salone per arrivare a prendere i giochi negli scaffali più alti.
Anche le attività motorie proposte a questo gruppo mi hanno dimostrato come la differenza, anche di pochi centimetri, tra due ostacoli li spinga sempre a scegliere quello più basso.

lunedì 11 gennaio 2016

Lo Sviluppo Motorio

Dai Tre ai Dodici Mesi

Tra i tre e i sei mesi il controllo motorio evolve molto velocemente fino al controllo degli arti superiori e delle mani (macrocoordinazione) e scende fino al controllo della schiena per lo star seduti.
Nel periodo tra i sei e i nove mesi lo sviluppo motorio matura tutti i processi dell'equilibrio da seduti e dei movimenti degli arti inferiori sempre più finalizzati alla spinta. E' il periodo in cui il bambino sdraiato sulla schiena manipola tantissimo le sue gambe e i suoi piedi.
In questi tre mesi acquisisce sempre più controllo e forza nella spinta delle gambe, ma ha ancora anche e caviglie immature per la gestione del peso corporeo.
Molti bambini sviluppano il gattonare come motricità autogestita.
Nel periodo successivo, che va dai nove ai dodici mesi, c'è la progressiva conquista della deambulazione; richiede maturazione motoria, articolatoria, muscolare e di controllo dell'equilibrio attraverso il sistema labirintico.

Nonostante questi stadi di sviluppo siano indicazioni generali che ogni bambino, in maniera più o meno esatta dovrebbe seguire, vi sono delle eccezioni.
Io, per esempio, a dieci mesi camminavo da sola, ma non avevo sviluppato il gattonare. Il gattonare è arrivato dopo la deambulazione autonoma.
Mia sorella invece non ha mai gattonato nel senso che tutti intendiamo, lei si spostava spingendosi con le gambe, ma restando seduta.

Durante i due mesi del tirocinio sono stata fortunata nel poter osservare personalmente tutte le tappe che hanno portato un bambino dal gattonare al camminare autonomamente.
Inizialmente si tirava su in piedi appoggiandosi ad un sostegno, come gli scaffali del salone, poi ha cominciato ad alzarsi in piedi anche senza appoggio. Successivamente ha mosso i primi passi aiutato dalle educatrici (prima lo sorreggevano con due mani e poi con una) e infine ha acquisito completamente la capacità di camminare in modo autonomo. E' stata una bellissima esperienza.

giovedì 7 gennaio 2016

Lo Sviluppo Motorio

I Primi tre Mesi

Nel primo mese di vita gli spasmi motori, come sorrisi e grasping, sono il segnale delle azioni di avvio del sistema nervoso periferico (il grasping, che è l'apertura e la chiusura delle mani e dei piedi, è una memoria primitiva che scompare al secondo mese).
Nel secondo mese di vita in particolare lo sguardo diviene più controllato e comunicativo, gli spasmi del viso si armonizzano verso il sorriso e sono accompagnati dallo sguardo e dalla vocalizzazione intenzionale.
Tra il secondo ed il terzo mese di vita la conquista più importante è quella del controllo motorio del collo: saper tenere la testa eretta consente il controllo di tutta la centralina sensoriale.
Se i bambini non acquisiscono il controllo dello sguardo e del collo nei primi tre mesi è necessario tenere in osservazione il piccolo, perchè i tempi di sviluppo sono indici cruciali.

Durante la mia esperienza di tirocinio non ho avuto la possibilità di verificare questi sviluppi che avvengono nei primi mesi, in quanto i bambini sono ancora troppo piccoli per poter accedere al servizio di nido. Tuttavia, grazie ai bambini che sono nati nell'ultimo anno nella mia famiglia, ho constatato come il pianto, dopo le prime settimane, diventi intellegibile alla madre e in generale alle figure di riferimento. E' uno dei primi modi in cui il bambino crea un legame con la madre.

domenica 3 gennaio 2016

Lo Sviluppo Motorio

Presentazione Generale

Lo sviluppo motorio è uno dei processi più affascinanti a base universale.
Le differenze individuali sono infatti qualitative, ma il tempo e i ritmi maturazionali sono universali e indici fondamentali della maturazione basale.
In particolare alla nascita, da un punto di vista articolatorio e muscolare, tutto è già perfettamente pronto e sviluppato, ma ciò che il cervello deve ancora avviare è la coordinazione volontaria delle azioni.