lunedì 28 dicembre 2015

Attività Motoria

Terminologia

Per chi, come le educatrici di nido, ha a che fare tutti i giorni con i bambini e quindi con i continui sviluppi dal punto di vista individuale e di conseguenza all'interno delle dinamiche del gruppo, è importante avere ben chiare alcune definizioni che possono aiutare l'osservazione dal punto di vista motorio.
Le capacità motorie (quello che potenzialmente posso fare) sono da intendersi come le capacità su cui si struttura la prestazione. Fanno parte delle potenzialità dell'individuo, dipendono principalmente da tratti ereditari, ma sono anche in parte sviluppabili con l'attività fisica.
Le abilità motorie (quello che so fare) sono tutte le proprietà acquisite, movimenti e azioni che attraverso l'esperienza diventano automatici. Sono sviluppabili e modificabili e dipendono da diverse capacità.
Le competenze motorie consistono nella capacità di usare, a seconda delle circostanze e delle situazioni, le abilità motorie più appropriate per risolvere un problema specifico.

Carraro A., 2008

Le abilità motorie differiscono da bambino a bambino, in base allo sviluppo personale e dalle influenze esterne (come l'ambiente in cui cresce e il modo in cui viene trattato dai genitori); mentre le capacità motorie sono essenzialmente le stesse per tutti i bambini di una certa fascia d'età.

mercoledì 23 dicembre 2015

Il Modello dei Sistemi Dinamici

Il Modello dei Sistemi Dinamici ( anni '80)

Secondo questa teoria, sviluppata in America intorno agli anni '80, vi è una moltitudine di fattori che contribuiscono allo sviluppo motorio, tra cui lo sviluppo del sistema nervoso centrale, le caratteristiche biomeccaniche e periferiche del corpo e i fattori ambientali.
Un ruolo molto importante hanno anche i fattori non-neurologici e periferici, sia esterni sia interni all'organismo.
Da questo possiamo capire che lo sviluppo delle azioni motorie coordinate è il risultato di una complessa interazione tra fattori neurali (come il controllo dei muscoli da parte del sistema nervoso centrale), fisici e biomeccanici, e le condizioni ambientali.
Possiamo ritenere questa teoria la più completa e la più adatta a spiegare lo sviluppo motorio della prima infanzia, visto che ritiene che il movimento dipende dal contributo di tutti gli elementi coinvolti nel sistema.

Storia delle teorie sullo sviluppo motorio; Thelen; 2000

martedì 15 dicembre 2015

I Modelli dell'Elaborazione dell'Informazione

I Modelli dell'Elaborazione dell'Informazione (anni '70)

Questa teoria si basa sull'assunto che il sistema nervoso è come un computer che utilizza regole e programmi in grado di analizzare i segnali provenienti dall'ambiente esterno.
Fin dalla nascita il bambino è in grado di mettersi in relazione con l'ambiente esterno non solo attraverso automatismi biologici (riflessi), ma anche attraverso alcuni processi di base che gli consentono di selezionare/elaborare/trattenere in memoria l'informazione. Lo sviluppo motorio è dunque la costruzione di "programmi motori" sempre più complessi, ed è considerato come la conseguenza della costruzione di un sistema gerarchico di sottoroutine, schemi e rappresentazioni che diventa sempre più complesso grazie alle continue interazioni con gli stimoli esterni.
Questo modello teoretico presuppone che lo sviluppo di un'abilità motoria sia sempre preceduto dallo sviluppo di un piano cognitivo antecedente l'esecuzione che regola, guida e controlla il movimento.
Di conseguenza l'abilità motoria è vista come un programma organizzato e volto ad uno scopo, la cui esecuzione richiede velocità e correttezza.
Possiamo quindi affermare che, per via della complessa struttura che ogni movimento richiede, questa teoria non è adatta ad essere considerata una valida spiegazione dello sviluppo motorio della prima infanzia.

Storia delle teorie sullo sviluppo motorio; Thelen; 2000

mercoledì 9 dicembre 2015

L'Approccio Cognitivo

L'Approccio Cognitivo (anni '50)

Secondo questa teoria, sviluppata da Piaget negli anni '50, lo sviluppo mentale del bambino deriva dall'azione sensomotoria sugli oggetti.
Questo significa che il bambino acquisisce la conoscenza del mondo che lo circonda attraverso le attività motorie che lo mettono in relazione con la realtà e generano delle sensazioni regolari.
La teoria piagetiana dello sviluppo cognitivo si proponeva di spiegare lo sviluppo della conoscenza negli esseri umani partendo dall'ipotesi che essa tragga origine nelle attività sensomotorie del bambino.
Con questa concezione, Piaget intende focalizzare il suo interesse sulla vita mentale del bambino più che sul comportamento esteriore.
Questa teoria è stata però criticata, soprattutto perchè il neonato è considerato un organismo che dispone dei soli riflessi per avviare la sua conoscenza dell'ambiente che lo circonda; le capacità percettive del bambino quindi vengono sopravvalutate a discapito di quelle motorie. L'attenzione è rivolta alla mente del neonato, per questo motivo non è considerata una valida teoria sullo sviluppo motorio.
 
Storia delle teorie sullo sviluppo motorio; Thelen; 2000

mercoledì 2 dicembre 2015

Il Modello Maturativo

Il Modello Maturativo (anni '20-'40)

In letteratura sono sorte diverse teorie per spiegare i cambiamenti nel comportamento motorio dei bambini, a partire dagli ani '30 con il modello maturativo.
Secondo questa teoria esisterebbe una relazione causale tra lo sviluppo di nuove strutture neuroanatomiche e l'emergere di nuove abilità motorie.
In particolare nello sviluppo del sistema nervoso, i comportamenti all'inizio sotto il controllo dei centri sottocorticali (come i riflessi), successivamente passerebbero sotto zone corticali più evolute, trasformandosi in comportamenti volontari. Tutto ciò avviene secondo una sequenza geneticamente determinata.
Il modello maturativo è stato però soggetto a critiche, perchè inadeguato per spiegare tutti i processi di sviluppo che vi sono alla base dei mutamenti dei primi anni di vita, processi che non hanno una natura esclusivamente cerebrale o neurologica.
 
Storia delle teorie sullo sviluppo motorio; Thelen; 2000